CHASING THE (IM)PERFECTION

Quanto tempo che ho buttato via.

Ti ho giudicata, se non dal primo istante, dal secondo. Le persone la chiamano “prima impressione’’, solo che a lei, mi sto riferendo “all’impressione’’, piace vincere, sempre per l’appunto.

Ti ho giudicata male per le tue imperfezioni. Frasi come “dovresti fare più sport’’ o “magari saltiamo il dolce questa sera’’, in aggiunta a quelle cose non dette, del tipo “una volta era meglio” rubavano spazio nella casa che ci stavamo costruendo. Quello che faceva strano è che, l’ho fatto anche per le tue perfezioni. Ma non ne sono così sorpreso, dopotutto. È difficile limitarsi a quel poco che di imperfetto c’è in te. Statisticamente, direi che il 99.9% di te è qualcosa di eccezionale. Ma dati e le percentuali si abbassano facilmente. Infondo, siamo tutti bravi a cambiarli a nostro piacimento, un po’ come si fa con i centesimi al supermercato, quando si divide con gli amici “alla romana’’ o come quando porti il resto alla nonna dopo il gelato, che non si stupisce mai se una pallina di gelato viene a costare, alla fin fine, intorno ai 5 euro.

La domanda, l’unica degna, se ne stava dietro un perché!  Chissà perché perdevo tutto quel tempo rovistando tra gli aspetti della tua vita?

Fossi uno psicologo o, andassi da uno psicologo di quelli che scavano scavano scavano, probabilmente un minatore mancato, forse mi avrebbe detto che quel perché se ne stava in profondità insieme dove tenevo la mia autostima, e che cercavo di trascinare anche te laggiù, a fare compagnia alla mia.

Tutto stava in due cose. Come ci era finita la mia autostima laggiù e dove cazzo avevo lasciato la fune di fuga (cit. impropria di uno strumento di un qualsiasi gioco Pokèmon). Fa strano dirlo ad alta voce, lì, proprio dentro la mia testa, che…

.. se mi guardo nello specchio, con il tempo che è passato, sono solo un po’ più ricco, più cattivo e più invecchiato. È l’amara confessione di un cantante di successo…
forse no! Questo è Masini.

… se mi guardo nello specchio, mi piaccio! Non dovrei avere l’autostima nel punto più basso del globo. Mi dispiace per i terrapiattisti, ma se la terra fosse piatta, fare un buco e sotterrarci qualcosa come la mia supposta autostima, rischierebbe di precipitare all’infinito nel vuoto. Quindi, io presumibilmente sotterro, voi potete nasconderla in orizzontale se vi va. Comunque, non è nemmeno una questione di “mi vado bene’’, anzi, mi piaccio proprio. E nell’angolino dello specchio, tipo note a piè di pagina, ci trovo pure scritto con l’asterisco classico dei contratti: *“tutte le immagini sono inserite a scopo illustrativo. I prodotti possono, o meglio stanno ancora, subendo modifiche’’. In breve, c’è ancora molto margine di miglioramento. Se ti impegni.

Questo per dire che, qualunque sia il motivo per il quale vedo in te qualcosa di sbagliato, quello sbagliato sono e rimango soltanto io. Io con le mie insicurezze che non vanno colmate con qualcosa o qualcuno, ma capite e aiutate a guarire mettendoci qualcosa tipo un cerotto. Io con i miei lamenti, e la soluzione qui è molto semplice: prendi un registratore, registrati mentre ti lamenti di qualcosa, e riascoltati in loop finche non ti sei stufato e hai capito che lamentarsi non serve a nulla. E facendo così, hai salvato un amico/amica che avrebbe dovuto ascoltarsi tutto quel nastro per poi cercare qualche parola di conforto. C’è da fondare un movimento simile a “Greenpeace’’ o “Save the children’’, ma per gli amici. “Save the friends’’, ecco.

Ne va della sanità di tutti.

…to be continued

D.

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